Il territorio

Tesori d'arte

I gioielli artistici di Cellino (molti dei quali poco noti al largo pubblico) sono elencati nel Catalogo generale dei Beni Culturali, curato dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione

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Vestigia romane

In epoca repubblicana Cellino era un grande Vicus.
A Valviano, Telesio e Stampalone sono riemersi i resti di una necropoli del III secolo a.C., di un acquedotto con copertura a lastre del II secolo a.C., di una villa romana, di una cisterna e due iscrizioni risalenti al II secolo d.C.

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Mura medievali

Il castello degli Acquaviva fu costruito nel Trecento su fortificazioni di epoca anteriore.
Ebbe grande rilievo strategico per i duchi di Atri, controllando dall'alto la parte occidentale della Valle del Vomano. Oggi sopravvivono un tratto di mura e due torrioni

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Antico stemma
degli Acquaviva

Datato 1646, è posto su una facciata del borgo nella versione più antica, priva delle insegne degli Aragona. Non avendo mai visto un leone, lo scalpellino lo rappresentò con il muso equino

Chiesa di Santa
Maria la Nova

Costruita in data anteriore, fu elevata a Propositura e Arcipretura nel 1330.
Aveva in origine cinque navate, ridotte poi a tre e quindi a due nel 1826. Il portale fu realizzato nel 1424 da Matteo De Caprio

Monumento funebre
degli Acquaviva

Si trova all'interno della chiesa di Santa Maria la Nova e custodisce i resti di Giovanni Battista Acquaviva, morto a 14 anni nel 1496

Dittico d'altare di Andrea de Litio

Proveniente dalla chiesa di Santa Maria la Nova e oggi esposto a L'Aquila, presso il Museo Nazionale, rappresenta il Matrimonio mistico di Santa Caterina nella tavola di sinistra e una Crocifissione con la Madonna e San Giovanni nella tavola di destra. L'opera, in tempera e oro su tavola, fu commissionata dal duca Giosia Acquaviva ad "Andrea pinctore de Lictio" (1420-1495 circa), particolarmente attivo nell'Italia centrale e in territorio abruzzese. L'opera, dimenticata, fu riscoperta nel 1942 dallo storico dell'arte Enzo Carli

Altare barocco

L'altare maggiore della chiesa di Santa Maria la Nova è una sontuosa opera seicentesca intagliata e dorata.
I dipinti raffigurano S. Attanasio, patrono di Cellino, con altri santi e una Annunciazione

Tabernacolo ligneo

All'interno della chiesa di Santa Maria la Nova, in testa alla navata laterale, si può ammirare un tabernacolo ligneo di pregevole fattura risalente al 1583

Tabernacolo 

Della bottega di Andrea Lombardo, 1472
(S. Maria la Nova)

Ex-chiesa
di Santo Spirito

Oggi sede di un teatro comunale, conserva la facciata settecentesca con portale ad arco a sesto pieno e decori in terracotta. Sopra il portale è presente un finestrone sormontato da un timpano

Chiesa dei SS. Biagio e Nicola

Risale nell'assetto più antico al 1513 ed è stata ricostruita all'inizio del Novecento. Ospita una tela settecentesca attribuita a Vincenzo Tudini (1730-1787) raffigurante la Madonna del Rosario 

Chiesa
e convento
di San Francesco

Dedicata un tempo a S. Antonio Abate, fu incorporata in un convento francescano edificato nel Medioevo. Lo stipite sinistro del portale reca una croce che la tradizione vuole scolpita dal Santo

Chiesa di Santa Maria di Musiano

Nel 944 era pertinenza del monastero di S. Vincenzo e poi dell'antico monastero benedettino di S. Nicolò a Tordino. Sopra l'altare una Madonna con Bambino lignea del Settecento

Portale medievale in pietra

Si trova all'interno del cimitero di Cellino, in località Petrilli.
È inserito nella facciata di una cappella di costruzione più recente. Si ritiene che appartenesse in origine ad una chiesa eretta sul colle di San Marco e databile al XII secolo 

Capitello
del IV-VI secolo

Realizzato in pietra, reca scolpite una croce latina e quattro figure di uccelli. Si trova nella chiesa di San Francesco ed è stato talvolta classificato anche come acquasantiera

Acquasantiera
del XVII secolo

Acquasantiera in marmo di manifattura abruzzese.
Il bacino ornato a motivi geometrici, poggia su un fusto non decorato. Si trova nella chiesa di San Francesco

Colonna in pietra

Utilizzata come base per il cero pasquale, risale al 1383